Nello scorso articolo sull’argomento è stato analizzato l’andamento del voto nelle ultime elezioni politiche nazionali  campionando alcune sezioni in zone significative della nostra città (Nuovi Comparti; Centro città; Monticchio; Primo piano di zona; Frazione Mezzanone).

Vogliamo ora provare  a confrontare i risultati ottenuti dai principali soggetti politici lo scorso 4 marzo con quelli avuti , sempre nelle stesse sezioni campionate,  alle politiche di 5 anni fa.

Nel febbraio del 2013,  i cittadini residenti nei Nuovi Comparti (sez. 45- Coppanavigata e sez. 19- Scuola Materna Rione Occidentale), con 2300 voti validi fra Camera e Senato, si sono così espressi:

 838 voti, pari al 36,4% al Centrosinistra (Partito Democratico; Centro Democratico; Sinistra Ecologia e Libertà:  il solo P.D. ottiene 699 voti, pari al 30,4%);

624 voti, pari al 27,1 % al M5S;

466 voti, pari al 20,3 % al Centrodestra (Popolo della Libertà; Lega Nord; Fratelli d’Italia; La Destra; Moderati in Rivoluzione; Intesa Popolare; Grande Sud;  Partito Pensionati).

Nel centro città (Corso Manfredi; Corso Roma; Via Maddalena; Via Tribuna; Via Stella: sez. 7- Ist. Croce e sez. 13- Ist. De Sanctis), su 1833 voti validi fra Camera e Senato, si sono avuti 5 anni fa questi risultati:

544 voti, pari al 30% al Centrosinistra  [Il solo P.D. ottiene 450 voti, pari al 24,5%];

506 voti, pari al 27,6% al Centrodestra;

415 voti, pari al 22,6 % al M5S.

A Monticchio (sez. 17-18  Ist. De Sanctis, comprendenti fra l’altro Via C. Battisti; Via Gargano; Via Pulsano; Via Galilei; Via Matteotti), su 1513 voti validi fra Camera e Senato, si sono avuti questi risultati:

471 voti, pari al 31,1 % al Centrosinistra [Il solo P.D. ottiene 323 voti, pari al 21,3%];

438 voti, pari al 28,9 % al Centrodestra;

377 voti, pari al 24,9% al M5S.

Nell’area del primo piano di zona, con case di edilizia economica e popolare (sez. 43-Scuola Materna Rione Occidentale e sez. 46- Coppanavigata; comprendenti fra l’altro Via Tratturo del Carmine; Piazzale Bernini; Viale Caravaggio), su 1807 voti validi fra Camera e Senato, si sono avuti questi risultati:

639 voti, pari al 35,4% al Centrosinistra [Il solo P.D. ottiene 499 voti, pari al 27,6%];

479 voti, pari al 26,5 % al Centrodestra;

424 voti, pari al 23,5 % al M5S.

Infine, alla Frazione Mezzanone (sez. 41), dove su 589 voti validi, si sono avuti questi risultati:

179 voti, pari al 30,4% al Centrosinistra [Il solo PD ottiene 135 voti, pari al 23%];

171 voti, pari al 29% al Centrodestra;

159 voti, pari al 27% al M5S.

Confrontando, nelle sezioni campionate  i risultati ottenuti fra le elezioni del 2013 e quelle del 2018 appaiono evidenti alcuni dati macroscopici:

  1. anche a livello cittadino si riscontra, nel 2013, la sostanziale ripartizione in tre poli avutasi a livello nazionale, con un leggero prevalere dell’area di centrosinistra:  tutti i soggetti politici analizzati sono in grado infatti di conquistare ognuno  almeno un quarto del bacino elettorale;
  2. il M5S, prima forza politica con ampissimo distacco (ad eccezione che nel centro città) nel 2018, nelle politiche del 2013 giunge costantemente terzo, ad eccezione che nei Nuovi Comparti, dove ottiene il secondo risultato con il 27,6%. Un dato questo interessante specie se si considera che in quest’area nel 2018 i pentastellati ottengono la maggioranza assoluta dei voti, raddoppiando il risultato della tornata elettorale precedente;
  3. il Centrodestra conferma nella media, con leggere modifiche, il proprio bacino di voti (attorno al 25%).  Quasi totale al suo interno il dominio del Popolo della Libertà, mentre la Lega Nord, in alcune delle sezioni considerate, non ottiene neppure un voto;
  4. la coalizione di Centrosinistra , ampiamente sconfitta nel 2018, nel 2013 risultava essere il primo schieramento (grazie anche ad un non trascurabile contributo dei suoi alleati: Centro democratico e SEL); nello specifico, il solo Partito Democratico riusciva ad essere la prima forza politica nei Nuovi Comparti e nel primo piano di zona (rispettivamente al 30,4% e al 27,6%).  Nel 2018, invece, proprio in queste aree il PD  porta a casa i suoi risultati peggiori (in media il 10%). Inoltre, se  nel 2018 il Centrosinistra conquista nel centro città il suo miglior risultato (21,6%), nel 2013 in quest’area otteneva  il dato peggiore fra quelli oggetto di analisi (“solo” il 30%), a dimostrazione di come, soprattutto per il Partito Democratico, fra il 2013 e il 2018 si siano ribaltati i valori di forza fra centro e periferie.

Naturalmente non è possibile né sarebbe corretto  ricollegare a delle dinamiche esclusivamente cittadine i risultati di consultazioni elettorali a valenza nazionale.

Di certo, però, né il governo cittadino né il candidato locale del PD nel maggioritario sono riusciti a costituire un argine all’avanzata del M5S, ampiamente prevista ed attesa, ma non nelle dimensioni poi riscontrate. Le urne ci hanno infatti restituito un dato perfino al di sotto della media nazionale (e di poco  superiore a quella regionale) che sicuramente ha a che fare con fattori locali. Ad esempio, come già evidenziato nel precedente articolo,  il totale ribaltamento di forze, fra M5S e PD, in quartieri segnati da una certa criticità, con tangibili limiti infrastrutturali e nei servizi, oltre che a forte densità abitativa, specie giovanile, può essere spiegato anche con un atto di protesta e di sfiducia verso quelle forze di governo  cittadine non in grado di risolvere le problematicità qui presenti.

Le ipotesi affacciate nelle prime riflessioni in casa PD sono tante, così come  le variabili ancora da valutare con attenzione. Resta per il centrosinistra, tanto a Manfredonia quanto nel resto  del Paese, la necessità di ripartire con decisione, recuperando credibilità e fiducia tra i cittadini di ogni età, specie tra quelli che più di altri hanno sofferto i morsi della crisi, e lavorando sin da subito sulla ricostruzione e l’allargamento della propria classe dirigente; senza contare troppo sugli errori altrui.

Aspettare gli avversari al guado, rimanere passivamente in attesa dei loro errori (senza capire che sono stati gli errori e i limiti commessi  come classe dirigente,  locale e nazionale, a segnare in primo luogo le ragioni del successo grillino) è operazione sterile oltre che senza senso.

Domenico Antonio Capone

 

 

 

 

 

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