Tra le eredità negative dell’ amministrazione comunale in carica vi è sicuramente quella dello stato di manutenzione del verde urbano, che, insieme alla pulizia delle strade e degli spazi pubblici, incide in maniera significativa sullo stato di benessere della popolazione residente e sull’immagine che della città si dà all’esterno.
In effetti, la nuova amministrazione, non fosse altro che per la frequenza delle foto postate sui social per ogni singolo intervento fatto dalla squadra di manutenzione o dal personale dell’ASE, ha cercato fin da subito di dare l’impressione che volesse affrontare il problema della pulizia e del decoro urbano in maniera adeguata ed incisiva. Spiace però constatare che, nonostante gli interventi attuati, il degrado è ancora sotto gli occhi di tutti.
Non ci si può aspettare miracoli e non sarebbe neanche giusto pretenderli, specie per via delle note ristrettezze economico-finanziarie del bilancio comunale (sulle quali i fondi del PNRR sulla transizione ecologica da queste parti appaiono come una chimera sconosciuta e inafferrabile). Da una nuova amministrazione è lecito però aspettarsi una maggiore chiarezza di idee e sugli obiettivi che si vogliono e che si possono realizzare di anno in anno, con l’individuazione delle priorità e delle risorse disponibili o che ci si propone di attingere con progetti specifici.
Ho fatto questa premessa per chiedere se e quando l’amministrazione comunale intenda occuparsi della Pineta di Siponto, che versa in uno stato di degrado e di completo abbandono (per limitarmi a quella centrale e mettere per ora da parte la pineta situata più avanti, che costeggia la parte terminale del Lungomare del Sole fino alla Foce del Candelaro, che versa in condizioni se possibile peggiori anche in termini di igiene)..
Probabilmente risalgono alla fine degli anni ’90, ossia alla mia amministrazione, gli ultimi seri interventi di manutenzione straordinaria e di riqualificazione della Pineta, con la piantumazione anche di nuove essenze arboree e floreali, l’allestimento del percorso salute (con numerose attrezzature per esercizi ginnici e attività motoria all’aperto), la staccionata in legno lungo tutto il perimetro, l’istallazione di giochi per bambini, la riapertura dei bagni pubblici, la valorizzazione degli ipogei (compreso lo sgombero del chiosco del fruttivendolo a ridosso dell’ ipogeo esterno al perimetro della Pineta). Non mi pare che da allora ne siano stati fatti altri.
Basta dare anche solo uno sguardo dall’esterno per vedere quello che oggi resta di quegli interventi. L’impressione che se ne ha è quello di uno stato di vera e propria desolazione, che lascia davvero sconcertati: staccionate divelte e ormai inservibili; cumuli di rami tagliati e abbandonati; panchine rese inutilizzabili, ipogei in stato di abbandono, bagni chiusi …
Se poi si osserva la Pineta dalla parte della Residenza per anziani “Stella Maris”, nei mesi scorsi al centro dell’attenzione anche dei media nazionali, non si può non notare che la stradina che la costeggia è inguardabile e ai limiti della praticabilità. Eppure sarebbe bello, anche come rinnovato segno di attenzione della comunità, consentire agli anziani ospitati in quella struttura ed ai parenti che vanno a far loro visita di poter trascorrere parte del loro tempo in una pineta degna di questo nome, rendendo nello stesso tempo quel luogo più vivibile e frequentato e quindi meno isolato.
Se per ora non ci sono i soldi per la realizzazione di un vero progetto di riqualificazione, ci basterebbe sapere se si ha almeno intenzione di attivarsi presso il Consorzio di Bonifica della Capitanata, che ne mantiene la proprietà, per un’operazione di manutenzione ordinaria e di pulizia complessiva, che ridia un minimo di dignità ad un luogo un tempo simbolo di Siponto.
Quanto alle idee progettuali, l’Amministrazione potrebbe di sicuro contare sulla fattiva collaborazione anche dell’Archeoclub di Siponto, da qualche mese “Archeoclub Siponto – Monte Sant’angelo”, sia in termini di idee (come la realizzazione di un Parco Naturale e Archeologico, da tempo proposto all’attenzione della città) e sia per una qualche forma di partenariato pubblico-privato per la gestione di questo importante bene comune (che, come altre zone verdi di Siponto, corre anche il rischio che un po’ alla volta venga ceduta a pezzi dallo stesso Consorzio ai titolari degli esercizi pubblici della zona per ampliare i locali adibiti alla ristorazione).
Gaetano Prencipe*
*dal “Diario minimo di un consigliere comunale”.

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